Produzione.
Le piastrelle di ceramica sono il risultato di un processo produttivo costituito da diverse fasi che variano in funzione del tipo di prodotto, smaltato o non smaltato, che si vuole ottenere.
La cottura delle piastrelle viene realizzata in forni continui su rulli, nei quali vengono raggiunte temperature elevate (da 900°C a oltre 1250°C). Lungo il percorso all'interno del forno le piastrelle vengono dapprima riscaldate fino alla temperatura massima di cottura e, dopo una definita permanenza a tale temperatura, progressivamente raffreddate. Nella cottura il prodotto subisce reazioni e trasformazioni chimico-fisiche necessarie a ottenere una struttura meccanicamente resistente. Questo e’ un processo fondamentale per la solidificazione del supporto spinta sino alla greificazione nel caso del gres porcellanato, per creare un’interazione piu’ o meno profonda tra il supporto e le applicazione eseguite ed infine per fondere e successivamente rendere stabili gli smalti applicati. Le temperature di cottura non sono sempre le stesse, queste variano a seconda del materiale che si vuole cuocere; per la monocottura la temperatura puo’ arrivare sino ai 1200°. dai 750/900° per la bicottura, fino ad arrivare ai 1250/1300° per il gres porcellanato.
Le diverse temperature sono dovute a piu’ fattori: le materie prime utilizzate per creare il supporto, il tipo di smalto, il tipo di processo produttivo che si utilizza. Uscita dal forno la piastrella subisce un raffreddamento e mossa da nastri trasportatrici passa alla scelta.
Gli impasti per la produzione di piastrelle sono miscele di diverse materie prime: argillose che forniscono la plasticità necessaria alla successiva manipolazione delle piastrelle; quarzose con funzione strutturale necessaria a limitare le variazioni dimensionali in essicamento e cottura; feldspatiche in grado di produrre una fase liquida di viscosità adeguata durante la cottura.
Gli smalti sono miscele di diversi minerali e composti macinati in acqua che vengono applicati sulla superficie delle piastrelle e portati a fusione. Durante il raffreddamento, lo strato fuso si solidifica, formando un vetro che conferisce alle piastrelle particolari caratteristiche estetiche (lucentezza, colore) e tecniche (impermeabilità, durezza).
L'ultima fase del processo produttivo è la scelta, la quale ha tre obiettivi: l'eliminazione dei pezzi difettosi, la suddivisione in prima e seconda scelta e il raggruppamento in lotti omogenei per tono.
Classificazione
Il termine ceramica comprende molti prodotti diversi e una prima classificazione si può fare sulla base dello scopo del manufatto; essenzialmente le divisioni sono in: ceramici tradizionali (usati nell'industria edilizia), da rivestimento (piastrelle), da copertura (tegole), a fine strutturale (laterizi), sanitari.
Un'altra classificazione delle piastrelle ceramiche si ha in funzione del ciclo produttivo che hanno subito. I due processi tecnologici fondamentali nella produzione di piastrelle ceramiche sono la monocottura e la bicottura.
La bicottura e’ un prodotto tipicamente italiano, anzi emiliano. Come il nome stesso anticipa questo biscotto subisce due trattamenti termici, la prima biscottatura del solo supporto a circa 900°, la seconda cottura a circa 750° / 800° del biscotto smaltato. Per la sua realizzazione vengono impiegate argille tecniche ricche di ferro e carbonati tipiche delle nostre zone. Il suo utilizzo e’ indicato soprattutto per i rivestimenti dove si possono creare cromie particolari grazie alla bassa temperatura di cottura ed alla facilita’ di applicazione di decori serigrafici.
La monocottura consiste in un solo trattamento termico. Il supporto e gli smalti applicati vengono cotti quindi in un’unica soluzione. Puo’ essere di tipo bianca oppure rossa; piu’ ricche di feldspati e sabbie caoliniche la prima, contenente maggiori quantita’ di ferro la seconda. Oltre che per la diversa colorazione del supporto, le due tipologie si differenziano anche per caratteristiche tecniche. La monocottura in pasta bianca risulta qualitativamente superiore alla corrispondente pasta rossa.
Le terracotte sono invece ceramiche che, dopo il processo di cottura presentano una colorazione che varia dal giallo al rosso mattone (per la presenza di sali o ossidi di ferro, che, a seconda della concentrazione, variano la colorazione , processo che viene effetuato ad una temperatura compresa tra 880 - 980°C, in tal modo il pezzo risultante sarà reso stabile.
La presenza di ossido di ferro, oltre al tipico colore, migliora anche la resistenza meccanica della ceramica cotta.
Sono utilizzate, senza rivestimento superficiale come ceramica strutturale (mattoni, tegole, ecc...) o ornamentale (vasi da fiori, brocche, ecc..)
Il gres porcellanato si ottiene da miscele di materie prime pregiate : caolini (33%), quarzi, feldspati (50%) e argille selezionate. Il prodotto cosi ottenuto e’ quasi completamente vetrificato, cio’ si traduce in una assorbenza molto bassa (inferiore allo 0.5%) e a caratteristiche meccaniche (resistenza) di prim’ordine che fa si che sia un prodotto essenzialmente da pavimento. Nasce come prodotto “ a tutta massa” per applicazioni tecniche (opere pubbliche, zone ad elevato calpestio) successivamente viene levigato per evidenziare le caratteristiche di brillantezza facendolo entrare anche nel domestico. Le diverse colorazioni ed effetti visivi si ottengono miscelando pigmenti diversi, caricando in fasi successive le diverse materie prime o utilizzando sali compenetranti. La tendenza odierna ha snaturalizzato il prodotto applicandovi una smaltatura. Oggi infatti il grès porcellanato rappresenta circa i due terzi della produzione italiana, e per metà viene smaltato.
Il Klinker è un materiale molto resistente al gelo e all’abrasione, adatto anche per l’esterno sia come pavimento sia come rivestimento delle facciate degli edifici.
La porcellana è considerata il più alto livello di produzione ceramica. Principale componente ne è il caolini idrossisilicato di alluminio. È stata inventata in Cina attorno al ’VIII secolo d.C ed è realizzata appunto con una particolare argilla bianca, la silice (o sabbia quarzosa) e il feldspato. Il caolino conferisce le proprietà plastiche e il colore bianco della porcellana; il quarzo è il componente inerte e svolge la funzione da sgrassante (inoltre consente la vetrificazione); infine il feldspato, viene definito fondente, perché, fondendo a temperature più basse, abbassa notevolmente la cottura dell'impasto ceramico (1280°c).
Estratto della norma UNI EN 87 -
Piastrelle di ceramica per rivestimento di pavimenti e pareti
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Classificazione tratta da "Centro Ceramico Bologna", www.cencerbo.it |